Frattaglie come reliquie

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Se c’è una cosa che gRRRzetic fa meravigliosamente bene è viziare il lettore. Tante piccole cure, copertine meravigliose, storie intelligenti. Senti che di loro puoi davvero fidarti e lasciarti guidare, e che adempiono pienamente al loro ruolo di editori. Allora li segui senza esitazione…

E la loro ultima uscita, Le fiabe frattaglie di Tiziano Angri ti dice che anche questa volta hai fatto bene a fidarti, benché anche del giovane talento dell’autore ti fidassi già, avendolo conosciuto in una de Le 5 fasi, uscito qualche anno fa per BD. Sei davanti a un oggetto bellissimo e adeguatamente luttuoso, con gli occhi di Santa Edna che ti fissano dai palmi delle sue mani e le orbite enormi e svuotate. L’immagine di copertina coi neri così carichi, le luci taglienti, la sensualità perturbante del martirio che t’invita a scoprire l’interno vale già l’acquisto. E poi c’è una storia che non sai se hai mai afferrato bene, e che ti porta in tanti luoghi e situazioni che probabilmente non hanno alcun nesso con la vicenda narrata.

Il luogo contaminato, maleodorante e generatore di mostri per me è un lago d’Aral, ad esempio, dove la chimica ha spazzato via ogni salubrità dell’aria, ogni prospettiva di vita, ogni foglia verde. Oppure potrebbe essere una qualche Astana in pausa pranzo, il covo dei mostri di Le colline hanno gli occhi, l’accogliente pensioncina di The Hostel… Ti disturba molto, esserci in mezzo, eppure vuoi proseguire, attratta dagli altri turbamenti che ti si prospettano.

E ci troverai dentro orsi parlanti, uomini dai canini di squalo, pecore giganti sotto formalina, tutto un assurdo bestiario che comprende anche gli uomini (anzi, soprattutto gli uomini), dove il più “normale” di tutti è il commesso viaggiatore Ettore Mertz, blindato nei suoi tuta-occhiali-mascherantigas per evitare la contaminazione. Ettore è qui per lavoro, dice, ma Santa Edna c’entra pure, nella sua missione… Per sapere come e perché, però, dovremo aspettare e aspettare e aspettare.

Sì, perché fra i tanti puntini di sospensione che in questa storia abbondano, c’è anche il fatto di essere pensata in tre puntate, e la prima è appunto Gli occhi di Edna. Mi armo di buona pazienza, allora, e aspetto. Aspetto che le poche intuizioni che ho avuto siano confermate o smentite, e che la trama prenda aria e faccia il suo corso o si ingarbugli del tutto. Nel frattempo, da appassionata di anatomie, sante reliquie e quinto quarto, mi godo ogni singola tavola di questo libro prezioso, aspettando che dopo gli occhi arrivi dell’altro.

Nel frattempo, lascio che il segno barocco di Tiziano Angri mi porti in un mondo surreale e deforme, dove i bambini muoiono come mosche, gli adulti sono pazzi invasati e gli orsi parlano, sì, ma sono fondamentalmente indifferenti.

di Silvia Ceriani

Tiziano Angri, Le fiabe frattaglie – Gli occhi di Edna, gRRRzetic 2013, 15 euro

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