Barbie, icona macabra, gotica e luttuosa

Ha 56 anni ma ne dimostra molti meno fin dal giorno in cui è nata: il 9 marzo del 1959. È la bambola più venduta al mondo. Praticamente ovunque tranne che in Arabia Saudita, dove il Comitato per la propagazione per la virtù e la prevenzione del vizio l’ha messa fuori legge, asserendo – non senza un fondo di ragione – che essa rappresenta il simbolo della decadenza occidentale.

Ma all’occidente piace decadere, e in fondo anche a noi luttuosi. Quindi non possiamo non tornare sulla nostra amata Barbie proprio ora che è stata in mostra a Milano e che ancora lo è a Roma, al Vittoriano, fino al 30 ottobre 2016, e a Bologna, a Palazzo Albergati, fino al 2 ottobre 2016. Entrambe organizzate da Arthemisia Group e da 24 ore cultura e curate da Massimiliano Capella, le mostre dedicate a Barbara Millicent Robert, The Icon, mirano a metterne in mostra l’evoluzione nel corso del tempo: per acconciature, abiti, ma anche forme e formosità, taglio degli occhi, trucco…

Io a queste mostre non sono ancora stata, ma voglio assolutamente andarci. Qui, ne approfitto per invitarvi a farlo, ma anche per parlarvi nuovamente del lato oscuro di questa ragazzona americana, dopo averlo già fatto qualche mese fa in I’m a Barbie Girl. Le occasioni non mancano e, in molti casi, è la Mattel stessa ad avere ideato edizioni speciali da dare in pasto ai collezionisti che costituiscono una fetta importante del mercato Barbie: ne esisterebbero oltre 100.000, il 90% dei quali sono donne sulla quarantina che ogni anno acquistano una ventina di bambole. Il 45% di loro spende oltre 1000 dollari all’anno per alimentare la propria collezione.

Barbie_The_birds

Ma veniamo ai casi speciali. Il 9 gennaio 2008 Mattel lancia sul mercato Barbie The Birds, ideata dal designer Bill Greening per omaggiare, a 45 anni dall’uscita, una delle pellicole più famose del maestro Alfred Hitchcock. La bambola è pettinata e vestita come Tippi Hedren, coi capelli biondi raccolti, un elegante tailleur verde chiaro, borsetta e scarpe marroni. Dettaglio inquietante: addosso le sono incollati tre corvi neri impazziti, sui capelli, la giacca, la gonna.

Barbie_Addams_2

Sempre nella collezione ufficiale, non potevano mancare Barbie e quel bellimbusto di Ken raffiguranti, dal 10 gennaio 2000, Morticia e Gomez Addams. Merito della designer Sharon Zuckerman, che ha reso Barbie una splendida reginetta dark, coi capelli neri lucenti, il vestito attillato lungo fino ai piedi e bellissimi gioielli di un colore rosso cupo da urlo. Ken, invece, è senza speranza. Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi ruolo interpreti, è e sarà sempre un babbeo.

Barbie_The_MunstersDi nuovo Sharon Zuckerman, l’8 gennaio 2001, “inventa” una nuova coppia celebre, che ha tra l’altro il vantaggio di rendere Ken un po’ meno idiota del solito. I nostri due amici, infatti, si trasformano nei Munsters, protagonisti di un noto show televisivo andato in onda negli anni Sessanta. Lei, Barbi-Lily Munster, è bellissima, con la veste rosa e nera, i capelli attraversati da due lunghe ciocche bianco-argentate, la collana-pipistrello e l’incarnato lunar-cadaverico. Lui è Herman Munster-Frankenstein, ha un viso bonario e sciocco ma non completamente rincoglionito, per una volta.

Ma per dare un’ambientazione macabra e goticheggiante alla bella Barbie non è necessario attendere i lanci speciali della Mattel. La volta scorsa, in I’m a Barbie Girl, vi ho già parlato del bellissimo funerale allestito da Paolo Schmidlin con Barbie d’epoca e delle crudelissime Barbie di Mariel Clayton, le cui case sono vere e proprie scene del crimine in cui Ken giace a terra con la testa mozza.

non-è_un_paese_per_Tanya

Poi mi piace citare i lavori di Alessia Divina Ercolina, admin della pagina Non è un paese per Tanya e titolare di un bellissimo progetto dedicato alle Barbie. Andate a sbirciare le sue foto, che spesso ricostruiscono ambientazioni sanguinose, ma fatevi anche rapire dalle sue realizzazioni. A me, ad esempio, piace da impazzire la Barbie-Cinzia-Madonna delle 7 spade, una perfetta vedova sivigliana realizzata su commissione.

Barbie-Funeral

Ho poi trovato online un perfetto set da funerale, completo di bara rosa, corona floreale a forma di cuore e lapide incisa. La Barbie non è inclusa nel prezzo ma – diciamo – ognuna e ognuno può far fuoco con la legna che ha. Tragicamente, una bara simile a questa, ma più rosa ancora, più brillante, è stata usata per davvero, per contenere le spoglie di una giovane morta in un incidente.

La fantasia, quando si parla di Barbie, non ha comunque limiti – per quanto si abbia a che fare con un modello apparentemente ingessato. Basta un cambio d’abito, di acconciatura, di contesto e, come per magia, ci ritroviamo in un mondo macabro, luttuoso, goticheggiante e… deliziosamente anatomico! Chiudo infatti con una gallery dei gioiellini creati da Margaux Lange, usando braccia, bocche, occhi, mani, gambe, culi e tette. Indovinate di chi?

di Silvia Ceriani

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